Ad esempio, le patatine fritte rappresentano uno dei prodotti alimentari maggiormente soggetti alla formazione di acrilammide, soprattutto quando vengono fritte a temperature superiori a 175°C. Pertanto, gli operatori del settore alimentare che producono patatine fritte devono adottare particolari misure atte a ridurre la formazione di acrilammide durante il processo produttivo.
Esistono diverse tecniche atte a ridurre la formazione di acrilammide nelle patatine fritte. Alcune di queste tecniche includono:
– Ridurre il tempo di immersione delle patate nell’olio o la temperatura dell’olio durante la frittura;
– Utilizzare patate con un contenuto di zucchero inferiore;
– Utilizzare oli con un punto di fumo più elevato, poiché oli con un punto di fumo basso possono aumentare la formazione di acrilammide;
– Aggiungere enzimi che riducono il contenuto di zuccheri liberi nelle patate durante la lavorazione;
Tuttavia, è importante notare che l’applicazione di queste tecniche non garantisce la completa eliminazione dell’acrilammide, ma può ridurre significativamente la sua presenza nei prodotti alimentari.
Risulta dunque fondamentale la ricerca dei precursori nelle materie prime ed il controllo delle derrate in fase di confezionamento.
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