L’Arsenico è un elemento chimico che fa parte dei metalloidi (o semitalli) e può avere stati di ossidazione -3, +3 (As III) e +5 (As V) .
E’ presente nell’ambiente in forme organiche ed inorganiche e può avere origine naturale o essere introdotto in seguito ad attività antropica.
Le forme inorganiche più diffuse sono l’Arsenito (in cui As ha stato di osservazione +3) e Arseniato (in cui As ha stato di ossidazione +5) anche se l’Arsenico può esistere in natura sotto forma di altri sali. E’ generalmente riconosciuto che le forme trivalenti dell’Arsenico sono più tossiche di quelle pentavalenti, almeno ad alte dosi. Le forme organiche dell’Arsenico sono in genere meno tossiche delle forme inorganiche.
Per gli esseri umani l’Arsenico, in modo diverso nelle diverse forme, presenta tossicità sia acuta che cronica. Assunto oltre la dose letale causa la morte per danni all’apparato digestivo e al sistema nervoso. L’esposizione a composti inorganici dell’Arsenico per un lungo periodo può causare cancro, lesioni alla pelle e al sistema nervoso, problemi cardiovascolari, scompensi nel metabolismo del glucosio, diabete, problemi all’apparato respiratorio, al sistema immunitario e alla riproduzione.
L’Arsenico inorganico presente nell’ambiente può essere assorbito e accumulato dagli essere viventi che a loro volta possono entrare a far parte della catena alimentare e quindi della filiera agroalimentare. Tra queste forme di bioaccumolo una delle più importanti avviene in alcune specie di piante terrestri, che possono assorbire attraverso le radici l’Arsenico presente nel terreno e accumularlo al loro interno. La capacità delle piante di accumulare Arsenico dipende dalla quantità e dalla forma di Arsenico presente del terreno e varia da specie a specie. Tra le piante dotate di capacità è presente anche il Riso, che in questo ambito è un “osservato speciale”, non tanto per la sue doti di bioaccumolo che possono essere inferiori a quelle di altre piante ma per l’elevato consumo del cereale da parte della popolazione umana, soprattutto in certe zone del mondo. L’alimentazione a base di riso può diventare quindi, al pari dell’assunzione di acqua contenente Arsenico, un non trascurabile mezzo di introduzione di questo elemento tossico nella dieta.
Gli organismi viventi, una volta assorbito l’Arsenico sono in grado di ridurre As(V) ad As (III) nonché di includerlo in molecole organiche quali Arsenozuccheri, Arsenolipidi, Trimetilarsina,Metilarsinato, Dimetilarsinato,Arsenocolina e altri composti.
L’analisi dell’Arsenico totale presente negli alimenti può essere condotta, dopo mineralizzazione dell’alimento, mediante varie tecniche quali Assorbimento atomico (AAS), Arbimento atomico con fornetto di grafite (GFAAS), Spettroscopia di florescenza atomica dopo generazione degli idruri (AFS), Plasma accoppiato induttivamente con rivelatore basato su spettroscopia atomica ( ICP OES ), Plasma accoppianto induttivamente con rivelatore basato su spettrometria di massa ( ICP MS ).
Negli organismi viventi però, compresi quelli che entrano a far parte della filiera agroalimentare, l’Arsenico può essere presente principalmente in forme organiche che in genere sono meno tossiche di quelle inorganiche. Appare quindi chiaro che un metodo di speciazione delle varie forme di Arsenico in grado di distinguere le forme organiche dal quelle inorganiche possa fornire molte più informazioni sulla salubrità dell’alimento rispetto alle tecniche in grado di determinare l’elemento nella sua totalità. Tra i metodi che consentono la speciazione delle forme di Arsenico il più usato prevede di accoppiare la cromatografia ad elevata pressione con l’ICP MS (HPLC-ICP-MS).
La ricerca di un metodo di speciazione è diventata una necessità a seguito della pubblicazione del Regolamento UE 2015/1006 nel quale, il legislatore, volendo integrare il Regolamento (CE) n. 1881/2006 con un limite massimo per il tenore di Arsenico nei prodotti a base di riso, ha tenuto conto della diversa pericolosità delle varie forme del metallo, andando a normare solo i livelli massimi di Arsenico inorganico come somma di As (III) e As(V).
Il livelli massimi di Arsenico inorganico per i prodotti a base di riso fissati dal regolamento sono entrati in vigore il 1 gennaio 2016 e sono di seguito riportati:
– Riso lavorato non parboiled (riso brillato o bianco) 0,20 mg/Kg
– Riso parboiled e riso semigreggio 0,25 mg/Kg
– Cialde di riso, cialdine di riso, cracker di riso e dolci di riso 0,30 mg/Kg
– Riso destinato alla produzione di alimenti per i lattanti e i bambini 0,10 mg/Kg
Savi Laboratori & Service ha sviluppato un metodo per la speciazione delle forme inorganiche di Arsenico adatto all’analisi dei prodotti a base di riso: l’analisi viene eseguita accoppiando le tecniche HPLC e ICP MS. Tramite questo metodo è possibile determinare il contenuto Arsenico inorganico totale contenuto nel riso (somma di As (III) e As(V)) come normato nel Regolamento UE 2015/1006. Il servizio di analisi dell’Arsenico inorganico nel riso è rivolto agli operatori della Filiera del Riso, che in Lombardia e Piemonte rappresenta uno dei motori trainanti dell’economia agricola della regione. L’Italia, d’altro canto, è il principale Paese produttore di riso dell’Unione Europea con oltre il 50% della produzione e delle superfici destinate alla coltura. Contattaci per ulteriori informazioni o richieste di preventivo.